C’era tanto tempo fa,
non ricordo in che città,
una gatta troppo buffa,
sempre pronta alla baruffa,
molto bella e intelligente,
tanto amata dalla gente.
Un bel giorno una bambina,
adocchiata la micina,
prestamente si chinò
e, con calma la chiamò:
" Vieni qui senza paura!
Tu, mediante la mia cura,
non sarai certo randagia,
ma vivrai nella bambagia.
Tutto quello che vorrai,
basta chiedere, l'avrai!
Sono ricca, e non più sola
se sarai la mia bestiola."
La gattina miagolò
e, con grazia, le parlò:
- Ti ringrazio, signorina,
tu con me sei assai carina,
ma quaggiù sto tanto bene,
andar via non mi conviene.
Ho la pappa in quantità,
l’acqua fresca? Eccola là!
Per i giochi ho dei bambini,
che mi fanno regalini:
nastri, palle, eppure piume!
Ogni tanto vado al fiume,
dormo sotto un alberello…
tutto questo è molto bello!-
La bambina sospirò,
e veloce si rialzò.
Volle un poco allontanarsi
poi decise di voltarsi:
vide giungere un gattino
nero, piccolo e zoppino
con un'aria mesta mesta:
- Ma che storia- disse- è questa?
Come mai non sei felice?
A sentir ciò che lei dice,
questo posto è il paradiso.
Non sei tu di questo avviso?-
Il micino sospirò,
e, con garbo, continuò:
- Sono stato abbandonato,
si può dire, appena nato,
han tenuto i fratellini,
perché certo più carini!
Ero piccolo e impaurito,
e così mi son smarrito.
Sono giunto adesso qua:
chissà mai cosa accadrà!
Voglio essere sincero
tanto quanto sono nero:
la zampina un po’ mi duole
e perciò nessun mi vuole!
Se mi prendi, ti prometto,
che sarò quasi perfetto!
Non pretendo poi granché:
solo amore anche per me! -
La bambina lo accettò,
ed a casa lo portò
e lì furono felici
sempre insieme e grandi amici.
La morale da trovare
è che tutti devi amare,
non importa la bellezza
ma soltanto la dolcezza!
ELISA TARABELLA