Qualche tempo fa i miei genitori hanno adottato una piccola
micina. O meglio, la micia ha adottato loro.
Una sera di ottobre, mentre si accingeva ad andare a letto, mia madre sentì un flebile miagolio provenire dal proprio giardino.
Affacciatasi alla finestra, vide una creatura minuscola e
infreddolita davanti al portone. Andò in cucina, prese un po’ di cibo e un piattino, e si fiondò a
depositarlo fuori. Si allontanò e controllò se la bestiola mangiava: eccome se
mangiava! Con tale avidità da far capire che era da un bel po’ che non metteva
qualcosa sotto i denti!
Finito di mangiare, la piccola si diresse verso mia madre, ma l’arrivo di Laila la fece fuggire a gambe levate.
La sera successiva, di nuovo il miagolio: mia madre ripete tutto
ciò che aveva fatto la sera prima, ma stavolta si assicura che Laila non possa
venire. La piccola, che mentre mangiava faceva le fusa, per la gioia di potersi
sfamare, una volta spazzolato tutta la pappa a disposizione, andò a coccolare
la mia mamma.
Mio padre intanto osservava da lontano, e già si stava perdutamente innamorando della piccola micia magrolina e coccolona.
Decise quindi di lasciare aperta la porta finestra che dà
sul salotto, e tenne sotto stretto controllo Laila, perché... non si sa mai.
Bene, dopo qualche minuto la micetta entrò in salotto e andò da mio padre, sfidando l’abbaiante Laila (ma, si sa, can che abbaia non morde… infatti, nonostante le apparenze, le intenzioni non erano bellicose).
Vi dico solo che quella stessa notte mio padre la passò con
la piccola nuova arrivata acciambellata intorno alla testa e con delle fusa
assordanti di sottofondo!
A colazione, mio padre comunicò a mia madre che MAI E POI MAI avrebbe potuto separarsi dalla piccola felina, e che non pensasse nemmeno lontanamente a dar retta a me che, credendo che non volessero mettersi in casa un'altra quadrupede (dopo le esperienze dolorose di Ginevra e Blanco) avevo consigliato di mettere foto e annuncio di adozione su facebook.
E così, fui interpellata per scegliere il nome (non so perché, ma in fatto di nomi sono considerata una vera e propria esperta).
Dopo aver proposto Perla, per via del colore grigio perla del manto, Minù, in onore della gattina grigia degli Aristogatti e Amelia, per analogia con la streghetta Tabata, i miei hanno preferito Isotta, altro personaggio della letteratura anglosassone così come Morgana e Ginevra.
E così i miei si trovano a fare i conti con una teppistella che, appena rimessasi in forze e superata la malnutrizione iniziale, dovuta alla vita di strada, ha cominciato a far danni in giro per tutta casa. Finito di correre per casa, però, si trasforma in una coccolona incredibile. E’ particolarmente affezionata a Laila, che subisce con la stessa tranquillità sia gli agguati giocosi sia i baci e la pasta sulla schiena, mentre ancora non è riuscita a conquistare Morgana, che alle sue fusa e strusciatine risponde con soffiate e zampate.
L’ho vista solo un paio di volte e di sfuggita, perché, non conoscendomi, fugge terrorizzata appena mi vede. Spero di riuscire ad approfondire la nostra conoscenza, prima o poi.
Per il momento, mi limiterò a proporvi le sue avventure, che
di sicuro non mancheranno, vivace com’è!